T S 1.3
Aspetta il giorno della tua fine, poiché saprai tutta la verità che tu brami. Ogni creatura ha la certezza di ciò che crede nella vita, ma la verità è più di una certezza, poiché la verità è assoluta. Non c'è uomo che sia prossimo alla verità se non riconosce che la sua vita è il dono supremo del sommo esistente alla vita. Ogni uomo ha in sé tutto quello che il sommo esistente ha poiché ciò che l'uomo custodisce è parte di Dio e l'uomo che esclude Dio dalla sua vita si esclude da se stesso e dalla verità per avere un attimo e poi la fine. L'uomo che é così ricolmo di bene,per ordine di Dio, ha in sé la condizione di conoscenza,poiché questa conoscenza gli viene non dalle sue capacità intellettive bensì da Dio,poiché l'uomo è incapace di considerare ciò di cui non sa comprendere il senso e la sostanza poiché l'uomo, scimmia pensante,ha la struttura originaria dell'elemento primordiale che non ha capacità se non di sopravvivenza. Così l'uomo è incapace di comprendere tutto quello che il vincolo primordiale,genetico e biologico,lo ancora alla vita e lo inclina alla esistenza,poiché è la vita stessa dell'uomo che mutando ed evolvendosi si orienta nel verso giusto che sconfiggerà la condizione primordiale a favore della essenza vitale che alimenta il bene di Dio che l'uomo ha e che non riconosce se non stoltamente come capacità intellettiva. Cosa è l'uomo egli stesso non lo capisce se non con l'elemento primordiale che gli consente di porsi al di sotto della volontà che non comprendere e al di sopra della causalità genetica che contribuisce ad evolversi grazie alla sua indole esperienziale.Ogni creatura ha il dono supremo dell'eterno benefattore, poiché è Dio,Javhè,che comanda alla vita dell'uomo il suo bene. Questo bene viene posto nell'uomo come sigillo di conoscenza verso la volontà eterna,poiché questo uomo sarà posto nella condizione esperienziale e dubitativa per poter confrontare la sua capacità intellettiva con la sua indole conoscitiva. Ma non è questo che lo conduce alla condizione di creatura cosciente,poiché questo è solo il fattore esteriore,poiché la vera attenzione è costituita dalla sua capacità volontaria a dimostrarsi partecipe di tutto quello che la sua intelligenza percepisce allo stadio intellettivo e di completa razionalità. Ora non è lo scopo che l'uomo persegue che lo pone al di sopra delle cose nel creato,poiché,l'uomo,non ha scopi alcuni,se non la sua vita finita. Per l'uomo questa condizione è di infima natura,poiché costui escludendosi da Dio verità,è il principale artefice della convinzione di vivente allo sviluppo primordiale. L'uomo è un vivente che ha goduto del bene di Dio per scopi che non conducono la sua vita alla causa vera dell'intera vivibilità delle creature,pertanto egli è interessato completamente alla sua vita di uomo capace di intendere ma non di comprendere la verità se non con la fede,con l'amore di Dio. Questo è il fattore esclusivo che pone l'uomo non solo al di sopra di tutte le cose,ma lo pone al di sopra di tutti gli altri viventi e lo pone nello stato di salvezza che è lo stadio dopo di cui la creatura viene rigenerata nello stato oltre il quale solo Dio conosce il tutto. Così se l'uomo ha in sé tutto quello che riconosce in Dio è la creatura prediletta dall'eterno poiché Dio non vuole per sé stesso,ma vuole per il suo bene che è nell'uomo,perché l'uomo lo riconosca,si salvi dalla fine e lo glorifichi in eterno,poiché Javhè é eterno,e eternità vuol dire vita oltre tutto quello che il vivente non è. Dove tu sia,vivente,Dio guida ti conduce. Dove tu sia,vivente,Dio guida ti proietta nella vita che tu brami. Dove tu vada,vivente,Dio guida è e tu sai che il suo posto è il tuo e ogni giorno che passa il tuo volto si volge verso colui che ami,poiché il tuo sguardo é nel tempo di Dio,senza fine,e così senza fine saranno i tuoi giorni, poiché l'ultimo della tua vita sarà il primo, l'unico giorno senza fine.